Art Spiegelman Quote
[...]finché non siamo arrivati al cancello, al, al cancello, ho visto un treno e binari. Ma non un treno come ho visto quando arrivavo qui a Dachau, ma un treno con...per passeggeri, per gente . Non per, ehm, per cani o per ehm, cavalli.Ma questo, questo non può essere per noi, forse Gestapo arriva anche. No...il treno era per noi! E lì, prima di entrare su treno, tutti ricevevano una scatola. Una scatola da Croce rossa svizzera, e io l'ho acchiappata, e sono entrato su treno. Ho aperto la scatola; c'era molte cose, qualche sigaretta, un pezzo di pane, un pezzo di cioccolata. Marmellata. Oh, era un grande, grande tesoro per me. E questo, e il treno ha cominciato a muoversi. Un treno...la prima volta che entravo in un treno dove sta la gente. Persone viventi. E il treno ci ha preso; siamo andati per qualche giorno, non ricordo quanto, mi sentivo molto male, qualche volta un poco meglio, ma questo mi aiutava, quello che avevo. Ma io...dovevamo stare molto attenti; di notte potevo dormire, ma non dormivo per causa del mio tesoro quale avevo. Perché rubavano. Altra gente finiva tutto in una notte, o in un giorno, così non avevano; hanno rubato ad altri. Io stavo sdraiato sopra e tenevo. E qualche volta di notte acchiappavo qualcuno che voleva rubare il mio, il mio tesoro.Certo, se avevo molto più da dormir, mi sentirei molto meglio. Ma non potevo dormire, perché questo era più per me che dormire. Sapevo che con questo posso sopravvivere., Art Spiegelman
[...]finché non siamo arrivati al cancello, al, al cancello, ho visto un treno e binari. Ma non un treno come ho visto quando arrivavo qui a Dachau, ma un treno con...per passeggeri, per gente . Non per, ehm, per cani o per ehm, cavalli.Ma questo, questo non può essere per noi, forse Gestapo arriva anche. No...il treno era per noi! E lì, prima di entrare su treno, tutti ricevevano una scatola. Una scatola da Croce rossa svizzera, e io l'ho acchiappata, e sono entrato su treno. Ho aperto la scatola; c'era molte cose, qualche sigaretta, un pezzo di pane, un pezzo di cioccolata. Marmellata. Oh, era un grande, grande tesoro per me. E questo, e il treno ha cominciato a muoversi. Un treno...la prima volta che entravo in un treno dove sta la gente. Persone viventi. E il treno ci ha preso; siamo andati per qualche giorno, non ricordo quanto, mi sentivo molto male, qualche volta un poco meglio, ma questo mi aiutava, quello che avevo. Ma io...dovevamo stare molto attenti; di notte potevo dormire, ma non dormivo per causa del mio tesoro quale avevo. Perché rubavano. Altra gente finiva tutto in una notte, o in un giorno, così non avevano; hanno rubato ad altri. Io stavo sdraiato sopra e tenevo. E qualche volta di notte acchiappavo qualcuno che voleva rubare il mio, il mio tesoro.Certo, se avevo molto più da dormir, mi sentirei molto meglio. Ma non potevo dormire, perché questo era più per me che dormire. Sapevo che con questo posso sopravvivere., Art Spiegelman
Related Quotes
About Art Spiegelman
Spiegelman began his career with Topps (a bubblegum and trading card company) in the mid-1960s, which was his main financial support for two decades; there he co-created parodic series such as Wacky Packages in the 1960s and Garbage Pail Kids in the 1980s. He gained prominence in the underground comix scene in the 1970s with short, experimental, and often autobiographical work. A selection of these strips appeared in the collection Breakdowns in 1977, after which Spiegelman turned focus to the book-length Maus, about his relationship with his father, a Holocaust survivor. The postmodern book depicts Germans as cats, Jews as mice, ethnic Poles as pigs, and citizens of the United States as dogs. It took 13 years to create until its completion in 1991. In 1992 it won a special Pulitzer Prize and has gained a reputation as a pivotal work.
Spiegelman and Mouly edited eleven issues of Raw from 1980 to 1991. The oversized comics and graphics magazine helped introduce talents who became prominent in alternative comics, such as Charles Burns, Chris Ware, and Ben Katchor, and introduced several foreign cartoonists to the English-speaking comics world. Beginning in the 1990s, the couple worked for The New Yorker, which Spiegelman left to work on In the Shadow of No Towers (2004), about his reaction to the September 11 attacks in New York in 2001.
Spiegelman advocates for greater comics literacy. As an editor, a teacher, and a lecturer, Spiegelman has promoted better understanding of comics and has mentored younger cartoonists.