John Banville Quote

Sto leggendo Diderot anche riguardo agli attori e alla recitazione. Lui sapeva quanta vita passiamo a recitare una parte. Concepiva la vita come una forma di ipocrisia necessaria, in cui ciascuno recita la sua parte, fingendo di essere se stesso. È vero. Che altro sono mai stato se non un attore, seppur un cattivo attore, troppo coinvolto nel mio ruolo, non sufficientemente distaccato, non abbastanza freddo. Sì, sì, è così. Mi reputate freddo? Non lo sono. Crudo, forse, incurante della proprietà, troppo propenso agli scherzi di bassa lega, ma freddo no davvero, no. Proprio il contrario, anzi, caldo e sudato, in farsetto e calzabraca, cerco di non guardare le facce all'insù oltre le luci di scena, gli occhi avidi di disastro fissi su di me che incespico tra i miei compagni attori, balbettando le mie improbabili battute e saltandole del tutto nei momenti clou. Per questo non ho mai imparato a vivere come si deve in mezzo agli altri. La gente mi trova strano. Be’, io stesso mi trovo strano. Nono sono convincente, in qualche modo, neppure per me stesso. L'uomo che ambisce a commuovere la folla dev'essere un attore che impersona se stesso. È così, è davvero così? Ho trovato il bandolo? E sì che per tutto il tempo avevo creduto fossero gli altri che dovevo immaginarmi di far vivere. Bene bene. Questa ha l'aria di una grande scoperta. Dev'essere di certo un'illusione.

John Banville

Sto leggendo Diderot anche riguardo agli attori e alla recitazione. Lui sapeva quanta vita passiamo a recitare una parte. Concepiva la vita come una forma di ipocrisia necessaria, in cui ciascuno recita la sua parte, fingendo di essere se stesso. È vero. Che altro sono mai stato se non un attore, seppur un cattivo attore, troppo coinvolto nel mio ruolo, non sufficientemente distaccato, non abbastanza freddo. Sì, sì, è così. Mi reputate freddo? Non lo sono. Crudo, forse, incurante della proprietà, troppo propenso agli scherzi di bassa lega, ma freddo no davvero, no. Proprio il contrario, anzi, caldo e sudato, in farsetto e calzabraca, cerco di non guardare le facce all'insù oltre le luci di scena, gli occhi avidi di disastro fissi su di me che incespico tra i miei compagni attori, balbettando le mie improbabili battute e saltandole del tutto nei momenti clou. Per questo non ho mai imparato a vivere come si deve in mezzo agli altri. La gente mi trova strano. Be’, io stesso mi trovo strano. Nono sono convincente, in qualche modo, neppure per me stesso. L'uomo che ambisce a commuovere la folla dev'essere un attore che impersona se stesso. È così, è davvero così? Ho trovato il bandolo? E sì che per tutto il tempo avevo creduto fossero gli altri che dovevo immaginarmi di far vivere. Bene bene. Questa ha l'aria di una grande scoperta. Dev'essere di certo un'illusione.

Related Quotes

About John Banville

William John Banville (born 8 December 1945) is an Irish novelist, short story writer, adapter of dramas and screenwriter. Though he has been described as "the heir to Proust, via Nabokov", Banville himself maintains that W. B. Yeats and Henry James are the two real influences on his work.
Banville has won the 1976 James Tait Black Memorial Prize, the 2003 International Nonino Prize, the 2005 Booker Prize, the 2011 Franz Kafka Prize, the 2013 Austrian State Prize for European Literature and the 2014 Prince of Asturias Award for Literature. He was elected a Fellow of the Royal Society of Literature in 2007. Italy made him a Cavaliere of the Ordine della Stella d'Italia (essentially a knighthood) in 2017. He is a former member of Aosdána, having voluntarily relinquished the financial stipend in 2001 to another, more impoverished, writer.
Banville was born and grew up in Wexford town in south-east Ireland. He published his first novel, Nightspawn, in 1971. A second, Birchwood, followed two years later. "The Revolutions Trilogy", published between 1976 and 1982, comprises three works, each named in reference to a renowned scientist: Doctor Copernicus, Kepler and The Newton Letter. His next work, Mefisto, had a mathematical theme. His 1989 novel The Book of Evidence, shortlisted for the Booker Prize and winner of that year's Guinness Peat Aviation award, heralded a second trilogy, three works which deal in common with the work of art. "The Frames Trilogy" is completed by Ghosts and Athena, both published during the 1990s. Banville's thirteenth novel, The Sea, won the Booker Prize in 2005. In addition, he publishes crime novels as Benjamin Black — most of these feature the character of Quirke, an Irish pathologist based in Dublin.
Banville is considered a contender for the Nobel Prize in Literature. He lives in Dublin.